lunedì 9 giugno 2008

La Pesca

La pésca è un'attività commerciale e sportiva che da millenni fornisce sostentamento alimentare alle popolazioni insediate presso bacini, mari o fiumi. Essa consiste nella cattura del pesce utilizzando strumenti di vario tipo.

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Pesce della settimana "il pesce spada"

Pesce della  settimana "il pesce spada"

tradizionale pesca al pesce spada in calabria

scheletro di pesce spada

Descrizione "Pesce spada"

Questi pesci raggiungono grosse dimensioni, con una lunghezza massima di oltre 4,5 m e un peso che supera abbondantemente i 400 kg (il pesce spada più pesante venne pescato in Cile nel 1953, pesava 655 kg).Il loro aspetto è caratteristico, il corpo agile e muscoloso, quasi squaliforme, ma le pinne dure e agili denotano una vita fatta di velocità e potenza, è infatti un pesce predatore e migratore.La caratteristica più riconoscibile è ovviamente la spada, lunga fino a un terzo dell'intero corpo, composta da materiale osseo e quindi estremamente pericolosa se usata come arma di offesa (per la caccia) e di difesa dall'unico predatore (uomo escluso) che comporta un serio pericolo alla vita del pesce spada: lo squalo mako.La coda è estremamente forcuta e sottile, a forma di mezzaluna. L'occhio è grande e la vista buona.
Preda principalmente Tonni, Barracuda, pesci volanti, pesce azzurro e molluschi cefalopodi.I pesci spada sono annoverati tra gli animali a sangue caldo (cosa rara per i pesci, solo qualche decina riesce a mantenere costante la temperatura interna), poiché è stato provato che la temperatura interna sia mediamente di 10-15°C superiore all'acqua che lo circonda

Pesca al Pesce Spada

Ci sono fonti che testimoniano come il pesce spada venisse già pescato nello Stretto di Messina fra il XVII ed il XV secolo a.C. Vennero alla luce, infatti resti di villaggi preistorici risalenti all'età del bronzo e, fra questi, alcuni rifiuti di pasto contenenti ossa di pesce spada. La pesca del pesce spada, si potrebbe parlare anche di caccia al pesce spada, nel vero senso del termine, vista la procedura adottata, nelle acque dello Stretto è praticata da maggio a fine agosto e risale quindi a tempi arcaici.
Così come il simile marlin, il pesce spada è spesso oggetto di pesca sportiva e preda ambita dai tanti pescatori che ne commerciano le carni pregiate, che si consumano affumicate in carpaccio, crude nel giapponese sashimi o arrostite in varie ricette

L'attrezzamento per pescare da terra

L'attrezzamento per pescare da terra
un mulinello

una canna

ami

piombi

filo di ricambio

moschettoni

lenzine pronte all'uso

galleggianti

valiggetta con tutto il necessario

l'esca, il napolitano

L'attrezzatura per pescare dalla barca

L'attrezzatura per pescare dalla barca
una barca

una canna da traina

esche artificiali

un conso

la preda piu comune a siderno"la mormora"

la preda piu comune a siderno"la mormora"
la mormora può raggiungere i 300gr. e la preda più comune in calabria ed e anche la più pescata

Tecnina per pescare la mormora


La marmora è un pesce ambito dai Napoletani che affollano spesso la nostra Costiera Ionica.
La tecnica di pesca si fa molto leggera e non più come una volta.
Si monta una canna anche inglese di azione 4 come la Hulk, un buon monofilo al mulinello del 23 Falcon colorato a tratti di più colori per sapere la distanza delle toccate del pesce.
Un biombo da 20 grammi a palla, salvanodo e girella piccola, e monofilo lungo m.1,30 del N° 12 o 14.
Gli ami vanno bene i kamakatsu della serie 120 N° 10 o 12 o 1b Tubertini, oppure altri a gambo lungo non basta che non siano forgiati.
L'esca va benissimo l'americano cucito e lungo per 5 cm e poi con falso nodo alla testa,napoletano, coreano e persino è micidiale il bigattino con o senza piccolo pasturatore al posto del piombo.
Una volta lanciato il terminale, mettete la canna da un lato, parallela la battigia, con la punta all'altezza del vostro fianco fate qualche metro di strascico e fermatevi,se non ci sono toccate recuperate lentamente spostando la canna. poi arriva il difficile: tenete impugnata sempre la canna per tutta la pesca con molta leggerezza, tenerla in bilico in modo che possa ruotare all'impugnatura, perchè durante la manciata la marmora ti sposta la punta e la canna facendola girare e con molta attenzione assecondarla in avanti e poi strappare secco ma non con violenza, il tutto avviene in una frazione di secondi.
Recuperarla di continuo ammortizzando i colpi poichè la canna è morbida e potente.
Se tira molto e pensate che è un'altro pesce aprite del tutto la frizione e stancatelo, può arrivare la sorpresa. Tenete pronto un guadino in ogni caso.
Non usare fili corti e ami grossi, non servono. Un 0,12 di giorno un 0,14 di notte. Amo N°12 di giorno, N° 10 di notte. IN BOCCA AL LUPO....................

la Aguglia

Descrizione
Corpo allungato, poco compresso a sezione quasi cilindrica. Il muso è caratterizzato dalle due mascelle sottili e allungate munite di denti numerosi e sottili.Le pinne dorsali e anale, simili per aspetto e dimensione, sono spostate molto indietro a breve distanza dal peduncolo caudale. La pinna caudale è falcata ed il lobo inferiore è leggermente più sviluppato di quello superiore. La colorazione è blu scura sul dorso e bianco-argentea sui fianchi e sul ventre. Lateralmente si nota una banda blu opaca. Una nota caratteristica è la colorazione verde delle ossa e delle carni, che è da ritenersi del tutto naturale.
Dimensioni medie
30-60 cm (massimo 90cm)
Distribuzione
Mar Mediterraneo e Mar Nero, Oceano Atlantico orientale dalle coste del Marocco ai paesi scandinavi all'Islanda, mare del Nord e Baltico.
Habitat
Acque superficiali costiere.
Comportamento
Specie gregaria vive riunita in banchi. In primavera ed in estate si porta in vicinanza delle coste rocciose per ritornare poi verso acque più profonde.
Alimentazione

Soprattutto piccoli pesci (acciughe e sardine).
Tecniche di pesca
Tipica specie della piccola traina anche se viene pescata con questa tecnica anche dalle grosse imbarcazioni allo scopo di procurarsi un certo numero di esemplari da utilizzare come esca. L'attrezzatura deve essere leggera se si desidera avere un po' di resistenza al momento del recupero. Le esche migliori sono quelle artificiali come piccoli cucchiaini argentati e la classica piuma. La piuma, bianca, va fissata all'amo con un filo colorato per simulare il capo di un piccolo pesce, ma non deve sporgere più di 4-5mm dalla punta dell'amo per non spaventare il pesce.
In cucina
Le carni dell'aguglia sono molto apprezzate dai gastronomi e vanno dunque considerate "pregiate". Talora vengono erroneamente trascurate dai non esperti a causa della caratteristica colorazione verde dello scheletro. E' un pesce da consumarsi fritto in olio d'oliva con aglio e salvia. Ottimo anche in tegame, cucinato e servito in abbondante salsa di pomodoro ricca di odori mediterranei
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Angiuilla

Descrizione
Pesce comunissimo e molto noto, ha il corpo allungato, serpentiforme, arrotondato nella parte anteriore e compresso posteriormente. Pinna dorsale, caudale e anale confluenti. Pettorali ben sviluppate, ma ventrali assenti. La mascella inferiore, che è più lunga di quella superiore, e l'attacco della dorsale, posto molto indietro rispetto alle pettorali, consentono di distinguere rapidamente l'anguilla dai gronghi. In genere il dorso appare scuro mentre i fianchi e il ventre sono chiari.
Dimensioni medie
medie 30-80 cm (massimo 150 cm). Gli esemplari femminili raggiungono dimensioni maggiori.
Distribuzione
Assai diffusa nelle acque costiere del Mediterraneo e del Mar Nero e dell'Atlantico orientale dalla Scandinavia alle coste africane sino a 25° di latitudine nord. Lungo le coste atlantiche degli Stati Uniti vive l'anguilla americana Anguilla rostrata. Altre specie di anguille vivono negli oceani Indiano e Pacifico (per esempio Anguilla japonica).
Habitat
Acque marine costiere e salmastre, lagune ed estuari su fondali fangosi o ricchi di anfratti o ripari sommersi.
Comportamento
Aggressiva e vorace può essere localmente molto abbondante. Si dimostra più attiva nelle ore notturne. È ben conosciuta come pesce migratore.
Alimentazione
Si nutre di pesci, crostacei e molluschi.
Tecniche di pesca
Si pesca a fondo con piombo scorrevole e galleggiante innescando l'amo con esche naturali (piccoli pesci, vermi, crostacei). Dopo che l'anguilla ha inghiottito l'esca occorre ferrare con decisione e allontanare il pesce dal fondo per evitare che si possa rintanare in qualche anfratto. I luoghi più adatti per la pesca sono le foci dei fiumi, le acque lagunari, i canali, soprattutto quando le acque sono rese torbide dalle piogge e di notte.
In cucina
Molto ricercata per la bontà delle carni che sono però piuttosto grasse. Per questo motivo viene spesso cucinata ai ferri o alla griglia, metodi che consentono l'eliminazione del grasso. In questi casi è consigliabile far cuocere il pesce dopo aver eliminato la testa e la parte più estrema della coda e tagliato il resto in tronconi. La si cuoce cosparsa di erbe aromatiche, salandola durante la cottura e aggiungendo poi un filo di olio d'oliva. Sono comunque numerose le ricette, assai gustose, per cucinare l'anguilla con risultati eccellenti
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Calamaro

Descrizione
Il calamaro è un mollusco cefalopode con corpo fusiforme allungato. Ha un mantello cilindrico sopra il capo che contiene gli organi interni. Nel mantello è anche presente una conchiglia cornea (il calamo) allungata a forma di lancia. Il corpo ha due pinne unite a formare un rombo (nel totano, spesso confuso con il calamaro, le pinne formano un triangolo), il capo ha due occhi laterali. Il calamaro ha in tutto dieci braccia con ventose: otto più corte e due tentacoli più lunghi con estremità a forma di clava.
Dimensioni medie
Nel nostro mare la lunghezza massima dei calamari è di 40 cm, mentre sono molto comuni molluschi di 15-25 cm
Distribuzione
oneMediterraneo. Specie generalmente pelagica, si trova in acque costiere in estate ed autunno, in occasione della riproduzione.
Habitat
Frequenta fondali prevalentemente sabbiosi.
Comportamento
Il calamaro si sposta in grandi banchi, e compie migrazioni verticali giornaliere, risalendo in superficie durante la notte e tornando in profondità nelle ore diurne. Depone uova tenute assieme in ammassi gelatinosi nastriformi che fissa a substrati sommersi.
Alimentazione
Pesci, altri molluschi e crostacei.
Tecniche di pesca
Dalla riva con canna e seppiarola o dalla barca con seppiarola o con la totanara.
In cucina
I calamari sono venduti freschi o congelati; è preferibile scegliere molluschi piccoli (più giovani) perché sono più teneri e gustosi. Le carni sono magre, con un buon contenuto di vitamine e sali minerali, ma sono ricche di tessuto connettivo, per cui richiedono una buona masticazione. Gli esemplari freschi hanno un colore intenso e brillante; quando non sono freschi tendono a ingiallire
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Il Cefalo

Descrizione
Pesce dalla corporatura allungata e di sezione subcilindrica. II capo è grosso e appiattito dorsalmente. Gli occhi sono ricoperti in parte da una palpebra adiposa. La bocca è ampia e provvista di una fitta dentatura sulle mascelle. Delle 2 dorsali, la prima è costituita da soli raggi spinosi. Il cefalo calamita ha invece una sagoma più snella, e gli occhi mancano di palpebra adiposa. II colore del cefalo è grigio-azzurro o verdastro sul dorso, grigio uniforme sui fianchi, grigio-argenteo sul ventre. Il capo è più scuro rispetto al resto del corpo, che presenta altresì riflessi giallastri. Alla base della pinna pettorale appare in genere una macchia scura. Il cefalo dorato ha una colorazione molto simile, ma presenta una macchia dorata sull'opercolo.
Dimensioni medie
Mugil cephalus: 30-40 cm (massimo 60 cm); Liza ramada(Cefalo dorato): 30-35 cm (massimo 70 cm).
Distribuzione
Cosmopolita di acque temperate e calde il cefalo; presente soltanto in Mediterraneo, nel mar Nero e nell'Atlantico, dalla Scandinavia al Marocco, il cefalo calamita.
Habitat
Cosmopolita di acque temperate e calde il cefalo; presente soltanto in Mediterraneo, nel mar Nero e nell'Atlantico, dalla Scandinavia al Marocco, il cefalo calamita.
Comportamento
Vivono in piccoli banchi.
Alimentazione
Molto variata. I cefali sono soliti ricercare il nutrimento (crostacei, vermi, molluschi, sostanze organiche) sul fondo.
Tecniche di pesca
A lancio o a fondo con galleggiante a ridosso di scogliere, canali, lagune e moli. Le esche devono essere naturali. Una volta individuato un banco di cefali può essere opportuna una pasturazione a base di sostanze saporite, ma ridotte in finissima poltiglia. L'abboccata è molto delicata.
In cucina
Le carni del cefalo sono ottime, saporite (vanno cucinate alla griglia o al forno). In alcune regioni sono apprezzate anche le uova(bottarga): salate e compresse in appositi contenitori.


La Cernia

Descrizione
Pesce dal corpo robusto e di grossa taglia, dal profilo alto e arrotondato. Il capo è molto-grosso con una bocca ampia, distinta da labbra spesse. La pinna dorsale ha i primi raggi spinosi e molto robusti che possono venire rizzati e bloccati in posizione eretta. 3 spine si trovano anche lungo il margine dell'opercolo. La pinna caudale è ampia e arrotondata. La colorazione varia dal grigio bruno opaco al rossastro con macchie e striature bianche irregolari sui fianchi. La caudale presenta il margine posteriore bianco. La cernia di fondale, Polyprion americanum, si distingue per il capo dal profilo concavo, per una cresta longitudinale lungo la parte superiore dell'opercolo e per la colorazione bruno-rossastra o bluastra.
Dimensioni medie
Epinephelus guaza 30-80 cm (massimo 150 cm); Polyprion americanum 80 cm (massimo 200 cm).
Distribuzione
Mar Mediterraneo e oceano Atlantico.
Habitat
Acque costiere su fondali rocciosi ricchi di grotte e anfratti in cui rifugiarsi, da pochi metri dalla superficie sino a un centinaio di metri di profondità. La cernia di fondale si spinge sino a 420 m, anche se è più comune tra i 100 e i 200 m.
Comportamento
Specie solitarie e territoriali occupano stabilmente una tana a cui ritornano sempre per riposarsi e in caso di pericolo. I giovani Polyprion americanum hanno l'abitudine di restare in superficie al di sotto di oggetti e relitti galleggianti.
Alimentazione
Predatore vorace si nutre essenzialmente di pesci, cefalopodi e crostacei.
Tecniche di pesca
Quasi esclusivamente a fondo anche se può accadere di catturarla alla traina profonda. Si usano esche naturali vive o morte. La ferrata deve essere rapida e decisa per evitare che la cernia riesca a trovare rifugio in qualche anfratto.
In cucina
cucinaLe carni della cernia sono considerate pregiate, e sono adatte a svariati tipi di ricette. Particolarmente indicata la cottura alla griglia o al cartoccio. Danno ottimi risultati il cuort-bouillon (il pesce allora andrà servito con salse saporite), oppure le preparazioni al forno.


Sport Fishing

la sport fishing e una associazione che organizza gare sportive di pesca aperte a tutti anche hai ragazzi.Propone gare con partecipanti tesserati cioè soci o gare aperte anche a quelli non iscritti alla associazione,queste gare oltre ad essere divertenti propone premi per i primi classificati.

Caccia al coniglio selvatico con il furetto


Il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) appartiene all’ordine dei Lagomorfi ed alla famiglia: dei Leporini ed è il progenitore di tutti i conigli domestici.
E’ un roditore simile alla lepre, ma di dimensioni minori, notturno, vive in colonie ed è molto territoriale, i gruppi sono composti da uno o pochi maschi adulti e diverse femmine, con rigide gerarchie. E’ un abile scavatore che costruisce profonde tane, generalmente raggruppate in poco spazio al centro del territorio (gli individui di basso rango hanno tane periferiche). Erbivoro e granivoro. Si riproduce per quasi tutto l'anno, con 5-6 nidiate. Dopo una gestazione di 4 settimane nascono da 3 a 7 piccoli di circa 30 gr., con gli occhi chiusi e quasi nudi, all'interno di una camera-nido tappezzata di vegetali e di pelo materno. Quando raggiungono i 7-10 giorni di vita aprono gli occhi, a 3 settimane vengono svezzati. La maturitá sessuale è raggiunta dalle femmine a 3 mesi e mezzo, dai maschi a 4 mesi. La durata massima della vita è di 6-7 anni ma in cattività raggiungono persino i di 10 anni.
Questa caccia in Sicilia è la regina della cacce tradizionali e vede impegnato chiunque pratichi l’attività venatoria. Una delle caratteristiche particolari è quella dell’utilizzo da parte di alcuni del furetto (Putorius putorius furo) un sanguinario mustelide simile alla puzzola il cui nome deriva dal vocabolo latino fur, ossia ladro, perché abilissimo nel depredare i conigli domestici originario probabilmente il Nordafrica ed era già usato, al tempo dei Romani, per catturare i conigli con le reti.
Il furetto scova i conigli nelle loro tane costringendoli ad uscire e portandoli verso il cacciatore. Come tutte le specie, allevate dall’uomo, ha dimensione e colorazione, che mutano da un soggetto all’altro. La pelliccia varia dal color ocra al bruno.
Gli individui albini sono i migliori per la caccia, infatti, il colore che va dal giallastro al bianco, le unghie incolori e gli occhi rossi gli consentono di non essere confusi quando escono dalla tana insieme al coniglio che stanno inseguendo rischiando di venire uccisi per errore. Sono animaletti feroci, ma delicati che soffrono l’umidità ed il freddo. Perciò la mortalità alta. Il tempo più adatto a questa attività venatoria è l’opposto di quella favorevole alla caccia con i cani, ossia le giornate fredde e piovose, quando i conigli restano in tana. Le gelate notturne sono controproducenti, perché inducono i conigli a cibarsi di giorno, quando è meno freddo. Nelle giornate serene, si possono costringere a tornare in tana, sguinzagliando i cani. Dopo aver otturato le imboccature, che si aprono tra la fitta vegetazione, i cacciatori introducono il furetto nella tana. Quindi si appostano vicino alle uscite, che danno allo scoperto , curando di non passare sopra la tana, ed in modo che i conigli, uscendo non possano vederli. Per seguire con l’udito le vicende sotterranee, alcuni appendono al collo del mustelide un piccolo bubbolo, legato con un fragile filo di lana, ma altri sono contrari a questo ufficio. Appena il furetto s’inoltra nei cunicoli, si odono rumori sordi, prodotti dalle sentinelle della colonia, che danno l’allarme, battendo il terreno con le zampe posteriori. Si sente, poi, un continuo, confuso rotolio, provocato dai conigli in fuga all’interno delle gallerie. Ed ecco il primo, che sbuca dalla tana, come un proiettile. Il tiro è difficilissimo. Bisogna gettare il colpo dove si presume che esso passerà, affidandosi all’intuito ed alla fortuna. Se il furetto uccide un coniglio in tana, gli succhia il sangue, divora il cervello, e si addormenta la calduccio. Perciò gli si applica la museruola, che può essere di pelle, di metallo, o semplicemente costruita sul posto con un laccio sottile. Per trasportare il furetto si usa una cassetta con tracolla. Sebbene si conoscono vari artifici, non è sempre facile ricuperare il mustelide. In ogni caso, bisogna trattarlo con garbo, perché non si spaventi e non morda. Questa caccia viene praticata anche in altri paesi, come la Francia. In alcune località della Sicilia, l’uso del furetto è proibito.


I Fucili

Le armi da caccia sono tutte le armi da sparo lunghe usabili per cacciare in Italia e cioè quelle lunghe a polvere, sia a canna liscia (purché il calibro non sia più grande del 12), che rigata; queste, se di calibro pari o inferiore a 5,6 mm devono impiegare una cartuccia con bossolo di lunghezza superiore a 40 mm. In pratica rimangono esclusi i calibri 22 a percussione anulare e il 22 Hornet. Sono da caccia i calibri 6 e 9 mm Flobert. Le armi devono avere al massimo tre canne o un caricatore che non possa contenere, sul terreno di caccia, più di due cartucce. I fucili a ripetizione manuale possono contenere nel caricatore più di due colpi, ma si consiglia di ridurli anch'essi a due. Anche moschetti militari o fucili d'assalto demilitarizzati sono armi da caccia